Porre confini: profili di diritto penale dell'immigrazione

Iaccarino, Davide (A.A. 2016/2017) Porre confini: profili di diritto penale dell'immigrazione. Tesi di Laurea in Diritto penale 2, LUISS Guido Carli, relatore Elisa Scaroina, pp. 222. [Single Cycle Master's Degree Thesis]

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Abstract/Index

Ci apprestiamo ad affrontare un tema assai dibattuto e complesso, in ogni suo aspetto. È innegabile che la storia delle migrazioni umane rappresenti essa stessa la storia dell’umanità, una costante che anticipa la nascita del diritto, dei moderni sistemi giuridici e degli Stati, per come oggi li conosciamo. La migrazione è il movimento di popoli alla ricerca di luoghi che meglio garantiscano il benessere o la sopravvivenza; volendo fornire una lata definizione, è lo spostamento alla ricerca della maggiore sicurezza per la propria esistenza. Il punto di osservazione prescelto è quello del diritto penale. La peculiarità di tale branca del diritto è racchiusa nelle possibili declinazioni del punire, nell’infliggere un male a taluno in modo intenzionale al fine di dissuadere questi ed altri consociati dal commettere nuovamente un atto che si accerti il reo abbia commesso, così come previsto – aggiungiamo ai nostri tempi – da regole che la collettività abbia creato prima che il fatto sia stato posto in essere, nel rispetto di supremi principi, cui tali regole devono confarsi. Un primo spunto sorge immediato: come altri diritti – e forse in modo più accentuato rispetto ad essi – la legge penale esplica i suoi effetti all’interno di ambiti definiti: il territorio di uno Stato, il gruppo di persone che condividano il possesso della cittadinanza del Paese che pone le regole di condotta ed altri particolari criteri, suscettibili di subire modificazioni dovute al particolare contesto storico e politico in cui ci si trovi, pur nell’ambito di un universo giuridico difficilmente non riconducibile, in ultima analisi, alla dimensione del potere statuale. La capacità di comprimere beni della vita del valore della libertà è giustificata da fattori determinanti una comune riprovazione, sancita attraverso le forme proprie agli odierni sistemi, dando forma a tali determinazioni attraverso i processi legislativi affidati ai rappresentanti della collettività, allo scopo di assicurare la salvaguardia di quelle astrazioni concettuali che prendono il nome di beni giuridici, concretamente offendibili dalle azioni degli stessi consociati. Caratteristica propria alle norme del diritto penale dell’immigrazione, come si osserva, è l’essere poste dai membri di un’entità statuale per regolare le condotte di soggetti estranei a tale gruppo sociale, il cui tratto comune è il non essere cittadini. A questo scopo, ci si propone di procedere in più direzioni, con l’intento di giungere ad un fermo approdo, indagando le origini del rapporto tra il diritto penale e lo straniero e ricercando le origini della categoria 5 stessa del soggetto migrante. Non solo, si guarderà alle origini dell’istituto dell’asilo a partire dalla remota accezione implicante una limitazione del potere repressivo delle condotte del singolo soggetto, impregnata di sacralità, sino all’epoca delle costituzioni contemporanee e delle convenzioni internazionali, a partire dalle quali potrà assistersi alla laicizzazione del ruolo di tutela dalle persecuzioni assunto dagli Stati e dal sorgere di un’area di non punibilità per le condotte necessarie perché il sans papier possa domandare protezione. Ci si dedicherà, quindi, a studiare la relazione tra le moderne entità statuali e l’individuo straniero, guardando alle implicazioni dell’estraneità alla cittadinanza sul piano dell’azione penale rivolta contro quest’ultimo, sul piano interno e da parte di altri Stati, nel particolare contesto dei meccanismi di collaborazione giudiziaria tra Paesi europei, preludio al progetto di un’area di “libertà, sicurezza, giustizia”. Con queste premesse, si tenterà di fornire una risposta al quesito che inerisce all’esistenza, o meno, di un diritto alla migrazione, che possa assumere una consistenza tale da fronteggiare la reazione dell’ordinamento del Paese ove il movimento ha il suo termine. Si analizzeranno le modalità con le quali il diritto penale, anche per l’influsso di fonti sovranazionali, possa creare un confine, porre una barriera aggiuntiva a quella delle frontiere allo scopo di rafforzarle e renderle effettive, provando a definire, nel far ciò, il mandato di tali normative in termini di tutela nei confronti della collettività. La ricerca dei caratteri del particolare bene giuridico coinvolto, dei limiti al potere di criminalizzazione e dell’efficacia della risposta punitiva potrà essere la chiave per ambire a scorgere una coerenza, o rappresentare l’incoerenza, dell’attuale diritto punitivo dell’immigrazione.

References

Bibliografia: pp.206-222.

Thesis Type: Single Cycle Master's Degree Thesis
Institution: LUISS Guido Carli
Degree Program: Single Cycle Master's Degree Programs > Single Cycle Master's Degree Program in Law (LMG-01)
Chair: Diritto penale 2
Thesis Supervisor: Scaroina, Elisa
Thesis Co-Supervisor: Bellacosa, Maurizio
Academic Year: 2016/2017
Session: Extraordinary
Deposited by: Maria Teresa Nisticò
Date Deposited: 12 Jun 2018 17:31
Last Modified: 12 Jun 2018 17:31
URI: https://tesi.luiss.it/id/eprint/21321

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